Le aziende perderanno sempre più fatturato, tempo e risorse senza la dematerializzazione dei processi.

Fatture “volanti”, fogli che si perdono, faldoni che non riescono neanche più a chiudersi. Ecco cosa succede a chi non si affida all’archiviazione digitale dei documenti, una pratica ormai necessaria per essere competitivi sul mercato. Non dematerializzare i processi vuol dire spendere tanti soldi in carta, toner e manutenzione di fotocopiatrici. O perdersi nei meandri dei vecchi archivi, o ancora rischiare di smarrire per sempre documenti importantissimi. E il fatturato immancabilmente ne risente.

Faldoni che strabordano di fogli. Pile di documenti archiviate in polverosi cassetti. E poi bolle che si perdono, fatture ristampate più e più volte, privacy messa a dura prova da occhi indiscreti. Sono solo alcuni degli svantaggi di chi non pratica la Gestione Elettronica Documentale, un processo che, attraverso particolari software, consente l’acquisizione e l’archiviazione digitale di documenti cartacei e di una varietà di altri file elettronici.

Ordini, fatture, contratti digitalizzati e recuperabili in pochissimo tempo grazie alla dematerializzazione dei processi interni all’azienda: è questo che fa Pentex, azienda che servendosi di Laserfiche (di cui è distributore autorizzato) sviluppa soluzioni e servizi per i clienti. Laserfiche è il sistema ideale per dematerializzare i processi ed archiviare documenti, fogli di calcolo, applicazioni audio e video in modo completo ed intuitivo.

Non affidarsi a sistemi di archiviazione come i sistemi ECM (Enterprise Content Management) vuol dire rischiare di perdere tempo ma soprattutto denaro. Secondo recenti dati di Infocamere, società consortile di informatica delle Camere di Commercio Italiane, nella gestione documentale tradizionale (quindi su carta) l’85% dei documenti in azienda non viene mai riutilizzato; il 50% dei documenti viene copiato fino a sei volte, il 7% viene smarrito, mentre circa 115 miliardi sono le pagine che vengono stampate ogni anno in Italia di cui 19,5 miliardi inutilizzate, per un costo di 287 milioni di euro all’anno. Diciotto euro è il costo per ogni documento cartaceo che viene riprodotto (mediamente dalle 9 alle 11 volte); uno su venti viene perduto, il 3% è archiviato erroneamente e il costo per recuperarlo è stimato in ben 120 euro.

A questi dati si vanno ad aggiungere i costi di smaltimento di toner, l’acquisto delle risme di carta, la manutenzione o la sostituzione di scanner e fotocopiatrici (con la perdita di tempo che ne consegue) e l’individuazione di nuovi spazi per archiviare i faldoni. Costi che incidono notevolmente sui bilanci di fine anno di un’azienda. Non vuoi affidarti alla dematerializzazione dei processi? Rischi anche sul versante della privacy. Dati sensibili importanti, come fatture e lo storico delle commesse, possono essere visti da chiunque, senza contare che potrebbero essere irrimediabilmente persi in occasione di disastri naturali. I sistemi ECM aiutano inoltre nella ricerca di documenti, anche piuttosto datati: un’odissea trovare una bolla risalente al 2001 tra centinaia di fogli di carta catalogati spesso in modo approssimativo. Molto più semplice, invece, se quella bolla, insieme con tutti gli altri documenti che passano in azienda, vengono archiviati digitalmente con i sistemi ECM. Condividere una fattura stampata su carta tra due diverse filiali di una stessa ditta vuol dire cercare il documento, scannerizzarlo, mettersi d’accordo via telefono e mandare tutto via posta elettronica; mentre con la dematerializzazione dei processi tutti questi passaggi avvengono istantaneamente e nella massima sicurezza, garantendo un grande risparmio sia dal punto di vista logistico che economico. Per questo è importante affidarsi a ditte specializzate in questo campo, capaci di rendere il lavoro delle persone più semplice, rapido ed intuitivo.

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