Consorzio di gestione idrica: il GIS senza carta!

In questo post vorremmo condividere l’esperienza di un distretto di gestione delle acque a nord della California. Interessante per l’utilizzo del GIS e l’eliminazione della carta (documenti) nel realizzare l’inventario e la gestione dei suoi beni. Utilizzato sia dal personale di campo che negli uffici come integrazione di sistemi esistenti.

Il Santa Clara Valley Water District (SCVWD) gestisce un sistema integrato delle risorse idriche, garantendo la fornitura di acqua potabile e pulita, la protezione dalle inondazioni e la gestione dei corsi d’acqua per conto di 1,8 milioni di abitanti. A livello di strutture controllate si parla di 10 dighe e bacini idrici superficiali, 3 impianti di trattamento acque, un laboratorio di qualità dell’acqua, quasi 400 ettari di acque sotterranee e più di 275 chilometri di corsi d’acqua.
L’ufficio Asset Management del distretto (DWAMU) è stato messo a capo del progetto stesso. L’idea è stata quella di gestire le risorse (asset) assegnando ad ognuna di esso un valore, detto Business Risk Exposure (BRE), derivato da altri due parametri: ‘Conseguenza guasto’ (un numero relativamente statico dato da fattori economici, ambientali, e altri simili) ‘Probabilità guasto’ (un numero determinato dalla valutazione delle condizioni dell’asset stesso). E’ stato poi necessario assumere personale di campo non solo per censire le strutture, ma anche per individuare e prendere nota dei problemi connessi ad esse.

SCWD aveva già un patrimonio di documenti cartacei come mappe, appunti di interventi sul campo che venivano integrate con i dati del proprio sistema GIS. Un sistema di gestione della manutenzione computerizzato (IBM Maximo) forniva messaggi inerenti la manutenzione preventiva, gli ordini di lavoro e la gestione operativa degli asset. Ciò consentiva di seguire il ciclo di vita e il report dei costi di un bene attraverso i report prodotti. Mancava però la possibilità di acquisire in automatico le informazioni che venivano dal campo, a questo scopo è stato implementato un geodatabase con tabelle cui valori sono codici già utilizzati in Maximo e altri sistemi interni. Le relazioni tra le attività, la valutazione delle condizioni, e le ispezioni diventarono presto evidenti.

Con l’opportuna dotazione di strumenti con software GIS ESRI e la formazione degli operatori, una tipica attività di ispezione comprende queste semplici operazioni:

  1. Dopo essersi orientato sul campo utilizzando il GPS, l’utente seleziona l’asset da ispezionare sulla mappa.
  2. L’utente registra la condizione dell’asset (posizione, categorie, BRE, commenti, ecc…)
  3. L’utente scatta una foto (che sarà automaticamente collegata alla scheda di ispezione) e la invia al server.

Inoltre, con le stesse procedure, l’utente può inventariare un bene. L’integrità dei dati sul server centrale è preservata all’uso di identificatori unici e dagli algoritmi di sincronizzazione (check in – check out) dei sistemi di gestione dei contenuti (ECM-EDM).

Il progetto descritto è stato messo a regime nel mese di luglio 2012, a oggi sono stati verificati sul campo più di 4.000 documenti di controllo e identificati circa 5.000 asset. Di ognuno di essi i membri del personale SCVWD hanno eseguito ispezioni senza utilizzo di carta, in modo uniforme risparmiando tempo ed evitando data entry a mano. Inoltre con l’aggiunta della componente geografica, gli ingegneri e i tecnici SCVWD possono osservare i modelli ed effettuare analisi spaziali utilizzando i dati che in precedenza avrebbero visto solo in formato tabellare.

Fonte: ArcUser Spring 2013 -
Paperless Inspection – Faster, more accurate, and spatially enabling
By Kurt Hassy, GIS Analyst, Santa Clara Valley Water District, San Jose, California

Informazione geografica e disegno di legge…speriamo bene!

La digitalizzazione dell’informazione geografica ha fatto fare un enorme balzo avanti alla nostra conoscenza effettiva e potenziale del territorio, non solo in termini di quantità di dati geografici e localizzativi disponibili, ma anche in termini di qualità, disponibilità, trasferibilità e fruibilità del dato in rete. Per avere un piccolissimo esempio di ciò che si può fare, è sufficiente pensare che la maggior parte di noi, oggi, utilizza quotidianamente alcune delle più semplici applicazioni grazie alla disponibilità dell’informazione geografica digitale anche attraverso il proprio smartphone o tablet. Ma le possibilità sono enormi rispetto a questo. Soprattutto se si pensa alle potenziali applicazioni in ambito della pubblica amministrazione e del rapporto tra quest’ultima e i cittadini.
L’informazione geografica digitale può essere quindi un fondamentale supporto alle Amministrazioni pubbliche nel perfezionamento degli obiettivi di e-government. La disponibilità di indirizzi postali digitali corretti e continuamente aggiornati di tutte le persone fisiche (edifici e abitazioni private) e delle altre entità (luoghi di culto, di spettacolo, edifici pubblici, attività produttive, eccetera) presenti sul territorio, permetterebbero all’amministrazione pubblica da un lato di erogare servizi puntuali ed efficienti ai cittadini, e dall’altro lato un’azione pubblica più efficiente ed efficace di pianificazione e di controllo.

Ecco alcune opportunità:

  • tassazione degli immobili;
  • interventi prima e dopo le calamità naturali;
  • gestione delle emergenze e della sicurezza;
  • pianificare le attività produttive, garantendo solide basi per la crescita economica e lo sviluppo sostenibile;
  • sviluppo di nuove attività imprenditoriali.

Per promuovere un uso efficace ed efficiente dei dati geografici digitali, la direttiva 2007/2/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 marzo 2007, ha istituito la infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità europea (direttiva INSPIRE) che prescrive la piena circolazione dei dati geografici a livello europeo e la costruzione di una infrastruttura idonea a realizzare tale obiettivo. Per cui, i dati geografici digitali riguardanti il nostro Paese, anche se provenienti da fonti diverse, dovranno rispondere a determinati standard omogenei per essere interoperabili e integrabili con quelli degli altri Paesi europei membri della Unione europea.
Il 21 marzo 2012 è stato presentato dal Senatore Candido De Angelis il ddl per la “Delega al Governo per il riassetto delle strutture competenti in materia di gestione e fruizione dell’informazione geografica digitale, nonché per il più razionale utilizzo della stessa al fine dello sviluppo dei servizi connessi”. E’ la prima volta che la definizione e il concetto di informazione geografica entra nelle aule del Parlamento. Avanti così! E speriamo bene!

Agricoltura e georeferenziazione

L’integrazione tra i ricevitori satellitari Gps e i software GIS su computer palmari apre la strada a molte applicazioni di queste moderne tecnologie innovative anche in campo agricolo, nel quale emerge spesso la necessità di realizzare inventari delle risorse disponibili quali fabbricati rurali, vigneti, oliveti, colture, destinazioni del suolo, etc… Su questi elementi sparsi sul territorio e caratterizzati in molti casi da un’estensione variabile è necessaria un’operazione di georeferenziazione  che ne definisca la locazione e, se necessario, ne delimiti l’area occupata.

Il ricevitore Gps (Global positioning system) costituisce la soluzione ottimale sia per la localizzazione geografica degli elementi puntuali sia per la delimitazione delle superfici occupate.  Integrato nei computer palmari, può utilizzare i software GIS (con la relativa cartografia e le foto aeree) ed avere sempre la propria posizione aggiornata e visualizzata sullo schermo dello strumento.

Con il palmare si ha quindi la possibilità di registrare la propria posizione, di aggiornare gli elementi “geometrici” della cartografia e di inserire o modificare i dati relativi a tali elementi. E’ possibile modificare la piattaforma di inserimento per collezionare anche altri dati attraverso l’utilizzo di schede dedicate (per agevolare le operazioni si possono prevedere campi i cui valori sono selezionabili da impostazioni predefinite “tendine”) o prelevati da letture di sensori esterni.

Esempio pratico il censimento dei vigneti delle Cinque Terre: i dati rilevati con GPS sub metrici sono stati elaborati in modo da consentire una sovrapposizione sui fogli catastali e poi successivamente inseriti nel sistema informativo appositamente creato. Con il Gps è inoltre possibile effettuare una georeferenziazione immediata delle foto acquisite sul campo in modo tale che l’operatore non debba preoccuparsi di riportare sulla cartografia l’esatta posizione dell’elemento rilevato.

Un altra considerazione importante è che i prossimi censimenti in agricoltura previsti dall’Unione Europea prevedono la georeferenziazione dell’azienda mediante acquisizione delle sue coordinate.